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  • silviabogliolo

Job shadowing (l'ombra del professore)


Sono stata una settimana in Svezia, per vedere dall’interno una scuola di lassù. Il maledetto complesso di inferiorità di quelli del Sud nei confronti dell’organizzazione nordica…

Bellissima esperienza. I ragazzi sanno l’inglese alla perfezione. La scuola è organizzata in modo strano, ma funzionale. Quando un professore interroga, convoca una decina di studenti. Gli altri… possono anche stare a casa! La scuola ha la mensa, ma non ha i bidelli. C’è un andirivieni costante di persone, perché l’orario di ingresso non è uguale per tutti e per i corridoi non c’è mai silenzio! Però, per non distrarsi durante le lezioni, gli studenti devono lasciare il cellulare in un armadietto all’ingresso con le serrature. Tuttavia, la scuola fornisce a ciascuno un computer, che per fare i giochini è perfino meglio!

La mia collega e io siamo state accolte molto bene, e siamo state nelle aule luminose e piene di piante di plastica per assistere alle lezioni di lingua. Alcuni aspetti positivi li adotterò. Per altri non siamo affatto da meno, e adesso alcuni i professori svedesi potrebbero ricambiare la visita e osservare cosa facciamo noi. Lo shock culturale è assicurato anche per loro! La nostra scuola che finisce alle14 e non prevede nessun pranzo. Gli studenti carichi di libri e quaderni. Il potere dei bidelli. Le lezioni che insistono sulla grammatica, che in Svezia trascurano. La letteratura straniera. L’analisi del testo anche in lingua. Un livello di inglese decisamente più basso, ma di spagnolo e francese francamente più alto. E questo ci riscatta! Che sollievo!


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