top of page
Cerca
  • silviabogliolo

Lettera al Tirreno (after a true fact)

Armi… quanto è difficile liberarsene anche a Livorno



Spett. redazione, Desidero condividere una vicenda familiare, perché rivelatrice di un sistema illogico e pericoloso.

Il mio babbo, che ha superato l’ottantina, aveva in soffitta due vecchi fucili da caccia, vestigia di un’altra epoca e ormai abbandonati alla polvere.

Era da tempo che pensava di liberarsene, e la recente tragedia di Ardea, in cui sono morti un anziano e due bambini per colpa dell’accesso troppo facile a una pistola lo ha convito ad accelerare le pratiche.

Si è rivolto ai Carabinieri, che prontamente hanno detto che se ne deve occupare la Polizia. (E perché?, mi viene da chiedere, ma andiamo avanti.) Ha chiamato la Polizia, ai vari numeri che ci sono su Internet, ma non è riuscito a trovare nessuno che rispondesse. Poteva andare di persona, ma a causa del Covid è molto probabile che si acceda solo per appuntamento, dunque bisognava comunque telefonare. Finalmente riesce a parlare con la Polizia di Rosignano. Abitiamo a sud del Comune di Livorno, siamo equidistanti, quindi era una soluzione abbastanza comoda. Spiega la situazione al telefono e gli dicono che dovrebbe portarli di persona. Il mio babbo non ha più il porto d’armi e non può viaggiare in macchina con due fucili. Perciò ha chiesto aiuto a un amico (che ha una settantina d’anni e il porto d’armi da cacciatore) e si è fatto accompagnare. A Rosignano, un’altra sorpresa: siccome è fuori comune, non possono registrare la sua consegna! Li rimandano a casa con i fucili in macchina e li invitano a prendere un appuntamento con la Polizia di Livorno. Il mio babbo protesta: a Livorno non rispondono al telefono! Con aria di sufficienza la poliziotta di Rosignano che li ha ricevuti telefona per loro. Non rispondono nemmeno a lei. Risolve con un contatto personale: una collega amica, che è a casa in malattia, le passa due numeri interni da contattare. Qui finalmente rispondono: nuovo appuntamento. Ennesimo viaggio “armato” e finalmente la consegna.

Non lo trovate allucinante? Ci si chiede come facesse l’uomo che ha sparato ad Ardea ad avere una pistola? Ecco la risposta: se anche uno vuole consegnarla, è molto più difficile restituirla che lasciarla in soffitta.

La logica vorrebbe che dopo la prima telefonata, il meccanismo si mettesse in moto da solo e una pattuglia dei Carabinieri o della Polizia (allertata dai Carabinieri che hanno ricevuto la prima segnalazione) si presentasse a casa nostra per il ritiro delle armi. Invece è tutto molto più complicato e pericoloso.


92 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Maturità 2023

I copioni

bottom of page