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  • silviabogliolo

Schiscetta Break


Per evitare assembramenti degli studenti sui mezzi pubblici la prefettura impone orari di ingresso scaglionati. Almeno un terzo degli studenti deve entrare due ore più tardi rispetto agli altri. La preside chiede una deroga per ottenere che il secondo gruppo entri almeno alle 9:30, ma la Prefettura è irremovibile.

Se la scuola inizia alle 8, un terzo degli studenti deve entrare alle 10 e quindi uscire alle 15, o addirittura alle 16, nei giorni in cui ci sono 6 ore.

Le classi del triennio hanno sempre 6 ore. Si decide di “proteggere i primini" e fare entrare alle 10 tutte le seconde. Hanno per tre giorni 5 ore, e per due 6. Quei due giorni usciranno alle quattro del pomeriggio.

Io quest’anno ho soprattutto seconde, e noto subito un primo effetto della decisione: negli intervalli tutti tirano fuori cibo e mangiano accanitamente.

Non un panino, o una brioche, ma scatole con la pasta, l’arrosto e le verdure. Hanno la forchetta, il coltello, il pane e il tovagliolo.

Non abbiamo una vera e propria pausa pranzo. Gli intervalli continuano a essere quelli soliti. Dieci minuti di pausa ogni 2 ore. In effetti non credo esista un altro luogo di lavoro dove si esce alle quattro senza che sia prevista una pausa pranzo. Anche tra colleghi serpeggiava una certa perplessità. Il bar della scuola è ancora chiuso per Covid e bisogna portarsi qualcosa da casa. Ma avevo escluso fin dall’inizio la possibilità di mangiare alla cattedra, masticare in fretta e furia davanti alla classe.

I ragazzi però non si sono fatti il minimo problema. Visto che il tempo è poco, mangiano a ogni cambio dell’ora. In classe aleggia un odore da refettorio. Ieri c’era un dibattito molto partecipato sulla maionese: sta bene o no nell’insalata di riso?

La seconda conseguenza, arrivata a stretto giro di ruota dopo l’entrata in vigore del nuovo orario, è stata la sollevazione generale dei genitori degli alunni di seconda. Hanno organizzato una protesta veemente, sono andati a discutere con la preside e hanno preteso che il disagio venga distribuito su tutti gli alunni della scuola.

L’orario è stato ripreso in mano e rielaborato. Per un caso, quest’anno le seconde ammontano effettivamente a un terzo degli studenti. Formare gruppi sufficientemente omogenei per avere comunque un terzo degli studenti da far entrare alle 10 non è un’impresa semplice. E non lo è nemmeno far uscire tante classi alle quattro del pomeriggio, senza pranzo e soprattutto pensando che arrivati a casa questi ragazzi dovranno trovare comunque tre o quattro ore di tempo per studiare, soprattutto i più grandi.

Una soluzione sembra venire dal ridurre le ore a 50 minuti, uscire massimo alle tre, e recuperare poi in qualche modo prima della fine dell’anno tutti questi “minuti tagliati”.

Il nuovo corso inizia dal prossimo lunedì. Vediamo come va. Saranno ore “brevi”, ma almeno la qualità dell’aria e delle discussioni dovrebbero migliorare.


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